Giovanni La Fauci è un siciliano unico nel suo genere: a Valdina, tra Messina e Milazzo, la sua distilleria Giovi produce le migliori acquaviti del sud Italia. E non solo del sud. La sua carica di estro, simpatia e sensibilità si ritrova nei distillati di frutta, elaborati con una maniacale ricerca del meglio. Perché tutta questa attenzione verso la frutta? Perché in Sicilia la frutta è già normalmente stupenda; se poi la si raccoglie nei posti giusti e nelle varietà più idonee, con un buon alambicco si possono fare veri miracoli. Ho un mio metodo, non acquisto la frutta in massa ma compro piccoli quantitativi che poi assemblo per creare il giusto melange: quando posso vado addirittura a cogliere la frutta, perché amo essere presente in tutte le fasi che ritengo più delicate. Per esempio le albicocche arrivano da Condrò, sono molto piccole ma hanno un profumo ineguagliabile. Invece mele, pere e ciliegie provengono dall’Etna: conosco dei piccoli produttori che non fanno trattamenti anticrittogamici, potano e limitano la produzione sulle mie indicazioni. Quali altri frutti distilla? Anche prugne e pesche, ma sperimento moltissime cose strane come per esempio rosoli di fichi d’India ed altro. E per quanto riguarda le grappe? Io lavoro solo se ho un buon rapporto con il vignaiolo, e se posso andare di persona a ritirare le vinacce e a verificare il buono stato. Distillo il Frappato di Cos, la Malvasia di Hauner, e Inzolia, Moscato Bukkuram per De Bartoli.